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mercoledì 6 novembre 2013

Adriano Olivetti, la "forza di un sogno" in un'Italia che sprofonda nel disastro!

Ben ritrovati!

L'altra sera ho finito di vedere il bellissimo sceneggiato RAI dedicato ad Adriano Olivetti.
"Adriano Olivetti, la forza di un sogno", questo il titolo del film.
Un film veramente ben fatto!
Un grazie perciò al regista Marco Soave e agli attori, Zingaretti in primis, che hanno contribuito a risvegliare la memoria di questo grande italiano negli italiani di oggi!

Ecco un video dell'anteprima, trovato su Youtube:


Lo sceneggiato è fatto bene: molto dinamico, non annoia mai (a parte qualche raro momento di lentezza, ma è accettabile). Privo sostanzialmente delle grandi ingenuità che spesso caratterizzano gli sceneggiati RAI. Ne segnalo giusto un paio: la storia d'amore tra Libero e Teresa, tutta recitata e sceneggiata in un modo che a me è sembrato un po' troppo palesemente "falso" e troppo tipicamente piccolo-borghese (sullo stile di "Un posto al sole", telefilm di cui fa parte, guarda caso, proprio l'attrice che interpreta Teresa). E poi gli eccessi agiografici nel dipingere Sant'Adriano Olivetti!!!


E poi la storia è un po' romanzata: il "nemico" di Olivetti, per esempio, Dalmasso, quello che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote, pare sia inventato. E su internet non ho trovato nulla riguardo a Mauro Barale, l'amico di infanzia che, nel film, lo tradisce: sarà esistito davvero?
Anche la teoria del complotto è appunto solo una teoria. Verosimile certo, ma che sicuramente può intrigare e suscitare interesse per il grande pubblico.


Detto questo, lo sceneggiato rimane bello.
Si svolge bene, abbiamo detto.
Ma è ovviamente la storia stessa, in sé, ad essere appassionante!
Olivetti era un uomo che non vedeva solo il profitto, ma anche il calore umano. Che rischiava per far crescere il Sud Italia. Che pubblicava libri e che finanziava la cultura.
I suoi lavoratori alternavano il lavoro al cinema, alla lettura, agli spettacoli.

Nelle su aziende c'erano asili nido e ambulatori medici.
E nonostante ciò, la sua azienda guadagnava!


Ecco dunque, il messaggio, che il film, tra l'altro, fa passare molto bene: per fare gli imprenditori, per guadagnare, per crescere, non c'è bisogno necessariamente di sfruttare i lavoratori.

Concetto che si è andato perdendo negli ultimi anni.
I media sono riusciti a far ingurgitare ai lavoratori italiani l'idea che se le cose vanno male, la colpa è dei lavoratori stessi, che sono fannulloni. Naturalmente poi, ogni lavoratore crede che fannulloni siano gli altri.
Ricordo ancora il caso della Fiat, dove per ridurre le pause agli operai si faceva il ridicolo esempio di quelli che si mettono in malattia per vedere le partite. E tutti giù a crederci, come fessi!


Olivetti è stato certamente un personaggio particolare, ma che non era totalmente anomalo nell'Italia dei suoi anni. Era l'Italia, quella, della crescita, dello sviluppo, del miracolo economico. L'Italia che ha visto altri grandi protagonisti della nostra storia: Arnoldo Mondadori per esempio.
Un'Italia che creava, che innovava, che voleva raggiungere il futuro.
Oggi, quali sono gli imprenditori italiani?
Pensateci un secondo, pensate ai grandi industriali italiani, ai "capitani coraggiosi" che hanno acquisito Alitalia per esempio!
E se per caso doveste interrompere la lettura per andare in bagno a rimettere ..., bè, vi scuserei!

Questo film celebra un grande imprenditore italiano. Uno di quelli che hanno creato i nostri grandi marchi.

Tutti abbiamo in mente i nostri grandi marchi.
Ma che fine hanno fatto quegli stessi grandi marchi?
cito da questo Blog (Libero Pensiero), tagliando qua e là (grassetti e colori miei):



"L'azienda vinicola Oliveto, della famiglia Machetti, è stata venduta alla Solaya International di Panama, modesta società anonima di copertura dietro la quale si nasconde la Bank of China.
Se ne sono andati anche l'Orzo Bimbo venduto ai tedeschi.
Se ne sono andati via i salumi Fiorucci.  E i sughi e le conserve Star.
Anche la Parmalat, divenuta francese. E i Galli si sono presi anche la Galbani, la Locatelli, l'Invernizzi
Per non parlare di Bulgari e del cashmere italiano di Loro Piana. La moda è ormai dei francesi.
Se ne è andato anche lo spumante Gancia e tutta la produzione piemontese degli aperitivi italiani, venduta a Roustam Tariko, un miliardario moscovita.
Dopo i biscotti e la pasta Buitoni, se ne è andato anche il riso Scotti".

Viene il crepacuore a sentir nominare queti nomi, a noi così familiari, finiti altrove, vero?
Ma c'è di peggio!


Continuando a citare da quel Blog (grassetti miei):
"Gli spagnoli stanno usando i soldi avuti in credito dal Fondo Salvastati al loro sistema bancario per acquistare aziende italiane. Quel fondo è alimentato in larghissima misura dai soldi del contribuente italiano. In pratica, ciò che questo governo e quello precedente hanno avallato è la seguente manovra: il fondo europeo dà i soldi alle banche spagnole che acquistano aziende italiane."

Addio Olivetti, il tuo sogno è finito!
L'Italia ormai sprofonda nel baratro!


Alla prossima.
Saluti a tutti.

4 commenti:

  1. Non ho ancora avuto modo di vedere la fiction, ma sul tema di Olivetti e più in generale dell'imprenditorialità italiana del dopo guerra, segnalo volentieri il bel libro di Marco Pivato: "Il miracolo scippato".
    Saluti!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho dato un'occhiata al contenuto del libro e mi sembra interessante. Da leggere! Soprattutto in questo periodo! Ti ringrazio per la segnalazione.
      Lo sceneggiato, se hai modo di vederlo, te lo consiglio.

      Elimina
  2. Articolo interessante, ho condiviso gli stessi dubbi su certi personaggi. Come riferimento esiste una biografia ufficiale, la leggerò a breve.
    http://www.amazon.it/Adriano-Olivetti-biografia-Valerio-Ochetto/dp/8898220081

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che per chi è interessato all'argomento sia un buon testo. Grazie della segnalazione.
      Ciao.

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