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giovedì 24 luglio 2014

Intervista ad Angiola Tremonti, autrice di "Le stelle senza cielo"!

ANGIOLA TREMONTI è nata a Sondrio nel 1948, vive a Cantù ed è una delle protagoniste del panorama artistico contemporaneo con la sua arte dedicata al mondo delle donne.
Dopo aver sperimentato diverse attività lavorative (pubblicità e marketing, giornalismo, arte), si dedica all'insegnamento. Ha vissuto varie esperienze umanitarie (una, di insegnamento, nel carcere di Como ed altre, di carattere umanitario, in Africa in India). Nel 1988 ha iniziato la sua carriera di artista e nel 1994 si è avvicinata alla scultura.
Ha scritto due libri: "La Valle degli Orsi", a carattere autobiografico, in cui Angiola si racconta con  sincerità, ed ora con "Le stelle senza cielo", che ho recensito su questo Blog qualche giorno fa.

Visto quanto mi è piaciuto il suo ultimo libro, ho deciso di farle qualche domanda in proposito.

Cominciamo dal titolo. Questo è un libro dedicato alla condizione delle donne. Ma da cosa nasce questa immagine delle "stelle senza cielo"?
Nasce da una favola che mi veniva raccontata quando era piccola, di un bimbo che ogni notte andava ad illuminare le stelle. Ecco, secondo me le donne sono come della "stelle" che non hanno però uno spazio abbastanza grande in cui poter splendere.
E invece la copertina? Questa figura della civetta, cosa c'entra con l'argomento del libro?
Mah, intanto è un mio quadro, che mi è molto caro, vicino, e che quindi esprime al meglio la mia poetica, quello che sono. In secondo luogo perché si tratta di un'immagine, quella degli occhi splendenti in un corpo scuro, che ricorda quella delle stelle. Poi perché la civetta è simbolo di saggezza e fecondità. Ed infine perché è un animale "donna": è "la" civetta appunto, e non "il" civetto!
Lei si occupa molto del problema delle donne, non solo in questo libro, ma anche nelle sue opere d'arte. Tuttavia, non le sembra che oggi le donne siano riuscite a conquistare un loro posto nel mondo? In fondo, anche in politica ricoprono degli incarichi prestigiosi.
Io non ho il tipico atteggiamento di una femminista, ma secondo me le cose vanno lette più profondamente. In politica, per esempio, le donne vengono utilizzate come marionette. Le faccio un esempio: la Fornero è stata strumentalizzata. La "legge Fornero" in realtà, non è la "legge Fornero", ma è la "legge Monti". Però risultava più comodo farla passare come una legge fatta da una donna: magari si rendeva -o si credeva di renderla- più accettabile. Certo, la colpa è stata anche di lei, che lo ha accettato. Io, piuttosto che mettere il mio nome su quella legge, mi sarei dimessa !
Quindi, lei sostiene che le donne vengano utilizzate un po' come delle belle statuine?
Beh, in politica viene strumentalizzato tutto, anche gli uomini. Ma noi donne abbiamo anche il pregio di essere carine, gradevoli. Di politici maschi belli non ne ho visto nessuno. Forse Di Maio, quello dei Cinque Stelle, ecco quello è abbastanza gradevole! Ma insomma, nell'insieme ... .
Ma a parte la politica, a me sembra che le donne si debbano far carico spesso di troppe cose. Prima erano solo mamme, oggi sono mamme e lavoratrici. Molte invece, sono costrette a lasciare il lavoro per i figli e poi magari vengono abbandonate dai mariti per una più giovane.
Però c'è il divorzio, che ha dato loro maggiore libertà.
Sì, è vero. Riconosco che col divorzio sono tutelate più le donne che gli uomini. Infatti, sto pensando ad un altro libro, dedicato stavolta ad un uomo, un padre, che viene lasciato dalla moglie per uno più ricco.
Ah, quindi è pronta anche a studiare l'altra faccia della medaglia?
Certo. Anche se il grosso della mia arte si è concentrata nell'osservazione del dolore femminile, questo non mi impedisce di osservare la realtà da tutti i punti di vista.





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